Federmanager Toscana:
Smart working al bivio? Come si riorganizzano le aziende
Firenze – Nella sala dell’Auditorium Giovanni Spadolini del Palazzo del Pegaso, giovedì 23 febbraio si è tenuta la conferenza “Smart Working al bivio? Come si riorganizzano le aziende” organizzata da Federmanager Toscana, in collaborazione con il Comune di Firenze e il Gruppo Federmanager Minerva.
I numerosi esperti del settore delle risorse umane che hanno partecipato alla tavola rotonda hanno trattato il tema dal punto di vista aziendale, esponendo la situazione lavorativa attuale delle imprese. Non solo, la tematica dello smart working è stata definita anche dal punto di vista giurisprudenziale. Le nuove modalità lavorative interessano trasversalmente aziende e dipendenti, poiché da un lato potrebbero creare una maggiore fidelizzazione dei lavoratori nei confronti dell’azienda, e dall’altro favorire i dipendenti così da rendere più flessibile il loro compito, restituendo quindi maggiore benessere.
L’Assessora del Comune di Firenze Cecilia Del Re, la Presidente di Federmanager Toscana Melania Angotta e Maria De Renzis Vicecoordinatore nazionale Gruppo Minerva hanno aperto l’incontro con i saluti istituzionali.
Il panel dell’incontro è stato moderato dalla giornalista de La Nazione Lisa Ciardi, che ha guidato gli ospiti offrendo spunti ed opportunità di riflessione interessati. Partendo dall’approccio adottato dall’azienda di competenza degli esperti sono stati chiesti i bilanci delle attività svolte e quelli previsti per il futuro. Inoltre, è stato particolarmente interessante l’inserimento della tematica delle donne, è emerso, infatti, dai dati delle aziende che non c’è stata una differenza sostanziale di genere nella volontà di adottare lo smart working.
Il panel è stato aperto dall’Avvocato giuslavorista Andrea Del Re, dello Studio Del Re-Sandrucci, che ha definito giuridicamente la modalità di lavoro in smart working. “Esistono differenze tra lo smart working utilizzato in pandemia, quindi prettamente emergenziale, e quello ordinario normato dalla legge 81 del 2017.”
Lo smart working pone i lavoratori e le aziende in posizioni di estrema reciprocità sia fiduciaria che di responsabilità. Lo strumento, inoltre, potrebbe scombinare la logica del lavoro subordinato, in quanto vengono posti dalle aziende degli obiettivi da raggiungere e
non più un monte orario, passando così dalla valutazione quantitativa del lavoro subordinato a quella qualitativa.
Camilla Ferrara, Human Resources Director di Baker Hughes – Nuovo Pignone, ha esposto la necessità delle grandi multinazionali come BH di avere orari e sedi flessibili così da coordinarsi nel mondo. Dai risultati degli studi aziendali è emerso un impatto estremamente positivo sulla produttività e motivazione dei lavoratori che godono della flessibilità. Rimangono comunque alcuni punti di attenzione, tra i quali ad esempio, la necessità di disconnettersi, ovvero essere in grado di staccare la sfera lavorativa da quella familiare e personale.
L’introduzione dell’argomento cult dell’ultimo periodo, ovvero il great resignation è stato affrontato da Gianpiero Tufilli, Human Rosources Director di Thales Italia che ha ricordato il cambiamento totale dell’approccio al mondo del lavoro dopo la pandemia.
Gregorio Moretti, Head of Organization, People Development & Corporate University di Autostrade per l’Italia ha evidenziato che la legge 81 del 2017 è uno dei pochi casi in cui la normativa ha superato la managerialità.
“Autostrade per l’Italia ha circa 10 mila dipendenti di cui la maggior parte in comparti operativi (quali le costruzioni e la manutenzione), impossibilitati a fare smart working. Gli altri dipendenti sono stati in full smart working durante i periodi più acuti della pandemia e 3 giorni in ufficio e 2 da casa in questo momento (con flessibilità ulteriore concordabile con le linee). La modalità impone sia ai manager che ai lavoratori una qualità fondamentale: l’agilità mentale”.
“In controtendenza con le statistiche nazionali per le PMI, la nostra azienda ha confermato lo smart-working per tutti i dipendenti. Grazie all’evoluzione coerente dell’intero modello organizzativo e manageriale, possiamo affermare con certezza, che la produttività dei lavoratori della nostra azienda è nettamente aumentata. Questa nuova metodologia di lavoro ha contributo in maniera importante al perseguimento degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, per i quali ci siamo impegnati come società Benefit” ha concluso Francesca Mariotti, Amministratore Delegato di NWG Italia (ragione sociale NWG Spa SB).
L’incontro ha fornito ai partecipanti la chiave di lettura per comprendere ed essere aggiornati sulle iniziative lavorative delle grandi aziende e sui risvolti normativi dello strumento.
Video dell’evento: