Il tour esplorativo di quella che sarà un’azienda organizzata secondo il modello di Industria 4.0 ci porta questo mese ad avvicinare un tema evocativo e di sicuro impatto: la robotica. Mettendo pure da parte la filmografia del genere Terminator o le leggi della robotica di Asimov, comunque l’immaginario collettivo ci porta ad associare ai robot l’idea di macchine più o meno antropomorfe che operano senza vincoli nel loro ambiente e prendono decisioni autonome ed “intelligenti” compiendo spesso operazioni non alla portata di noi umani.
Tuttavia la visita ad un’azienda che produce robot o a una linea produttiva che li utilizza ci mostra una realtà ben diversa. I robot oggi sono fondamentalmente delle macchine programmabili con dei bracci a diversi gradi di libertà che compiono dei task ripetitivi, ancorché di precisione, nelle linee di montaggio in cui sono istallati. Ci sono quindi robot che tagliano, saldano, incollano, verniciano, assemblano componenti, fanno lavorazioni meccaniche, smistano prodotti, ecc… Macchine quindi che aumentano la produttività delle aziende e si sostituiscono agli addetti in compiti gravosi o potenzialmente pericolosi.
La sfida sui processi produttivi che pone Industria 4.0 comporta l’adozione da parte delle aziende di un’organizzazione di progettazione e produzione tale da aumentare la customizzazione dei prodotti, e quindi la realizzazione di lotti produttivi sempre più piccoli – al limite con la programmazione di lotti unitari – incrementando al contempo la produttività aziendale e il time-to-market dei prodotti.
È quindi naturale che sulla capacità di innovare gli impianti produttivi ricada, pur senza minimizzare l’importanza degli altri abilitatori tecnologici e organizzativi, una buona parte del potenziale di cambiamento aziendale e coerentemente con questa visione, il Governo Italiano ha focalizzato una grande parte degli sgravi fiscali pianificati per le aziende che investono in Industria 4.0 negli impianti produttivi innovativi.
I robot di nuova generazione che abiliteranno processi produttivi secondo il paradigma di Industria 4.0 dovranno avere caratteristiche completamente nuove rispetto a quelli odierni: dovranno essere in grado di operare in un ambiente produttivo meno rigido e schematico, magari andando autonomamente a procurarsi i materiali di cui hanno bisogno per assolvere al loro compito; dovranno essere in grado di interagire con l’ambiente che li circonda; avere delle capacità di autoapprendimento che ne possano semplificare entro certi limiti la programmazione; e la loro programmazione dovrà essere molto più semplice e di alto livello per rendere possibile e economicamente conveniente produrre velocemente prodotti personalizzati.
Fortunatamente non si parte da zero per lo sviluppo delle tecnologie che permetteranno la realizzazione di robot che avranno le caratteristiche indicate sommariamente in precedenza in quanto il settore biomedicale ha da molti anni costituito un terreno fertile per la ricerca in questo settore. Gli ausili prostetici, i dispositivi indossabili per compensare disabilità, gli strumenti che aiutano i chirurghi in sala operatoria e in genere sensori sempre più sofisticati o apparati che mimano strutture biologiche rappresentano esempi di come la tecnologia già oggi permette a dei dispositivi robotici di operare in maniera efficiente in un ambiente non strutturato e di essere comandati con semplicità.
La tappa del nostro tour nel mondo di Industria 4.0 ci porterà quindi a visitare il Laboratorio di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, tra le principali istituzioni di studi avanzati del mondo in questo settore, per godere di un punto di vista privilegiato sulle tecnologie che probabilmente vedremo a breve essere impiegate sulle linee di produzione delle nostre aziende.
Comprendere cosa possiamo aspettarci dalla robotica aiuterà i manager che guideranno la trasformazione digitale delle aziende a costruire il bagaglio di competenze indispensabile a vincere la sfida dell’innovazione.
L’appuntamento è per il 29 novembre, non mancare!
Iscrizione obbligatoria tramite form online fino a esaurimento posti disponibili.
Maurizio Fenn
Coordinatore Scientifico Innovazione Federmanager Toscana